Das Universum liebt dich und hilft dir

L’estate, a Berlino, comincia a finire.

Ieri ho guardato il cielo alle 9, ed era già buio. Da bambini, in estate, dormivamo da mia nonna, io, Francesco e Martina, su un materasso steso per terra. Facevamo colazione con le tazze bianche a fiori gialli e rossi. Guardavamo Pollon, e poi giocavamo coi pupazzi. Ai tempi volevo fare la regista, e inventavo “recite” e li obbligavo a provare. Avevamo un giornalino, a fumetti, e io avrei voluto farne uscire un numero per ogni volta che ci vedevamo, e invece ne uscì uno solo, in totale.

Da bambini giocavamo sul letto a casa dell’altra mia nonna, e poi arrivava Rafelina, la signora che faceva le pulizie, che ci cacciava via ripetendo frasi in napoletano. In questi giorni penso ossessivamente alla mia infanzia, e alle cose che non saranno più come erano allora.

In questi giorni ho problemi a parlare con altre persone, ma scrivo tantissimo, e scrivo anche cose per questo blog. Mi sono ricordata del giorno in cui decisi di aprirlo, appena sveglia, dopo aver camminato sotto la pioggia. La scorsa estate era strana, ma questa lo è ancora di più.

Mancano quindici giorni a settembre, e ci sono ancora mille piani aperti per settembre. Non riesco ad immaginarmene chiaramente neanche uno, sembra tutto lontano e sospeso, fuori da questo presente da cui non riesco a uscire e voglio solo camminare e fissare l’acqua.

I fiori sono bellissimi, e si muovono nel vento. A volte vorrei che qualcuno mi dicesse “non preoccuparti, resta tranquilla, ci penseremo noi”. A volte sento una forza che non mi appartiene e che invece è mia, e capisco che anche se sono stanca, è bello aver guadagnato un po’ forza.

L’estate, a Berlino, comincia a finire. Berlino è più bella che mai. Non vado in centro da mesi. Ne sto scoprendo angoli di cui ignoravo l’esistenza. Sono lontana dalle persone e il tempo si dilata e mi sembra sia passata una vita e invece è solo una manciata di giorni, di giorni lunghi, di fine estate.

Sono stata al lago, in costume e faceva freddo.  E il vento sulla pelle era la cosa più autentica, e la pelle d’oca, e il freddo, erano veri, ed io ero viva.

Sono entrata nel tunnel di Blu Notte. La gente arriva su questo blog cercando “era solare, era vero, era pazzo”. Il sole si alterna alle nuvole, i fiori diventano bellissimi. Dormo poco, passo troppo tempo a letto.

Mi asciugo i capelli lentamente, perché adoro sentirli bagnati. Scatto foto. Stampo foto.

Ho bisogno di tutti, non voglio parlare con nessuno. Il tempo si dilata. Io non so cosa voglio.

L’universo mi ama. L’universo mi aiuta. 

2 pensieri su “Das Universum liebt dich und hilft dir

  1. hai cambiato grafica, come la bvg. c’è chi cambia la disposizione dei mobili della stanza, eppur si muove.

    l’universo è come dire dio (anzichè un uomo con la barba, vestito di bianco, che dimora sopra le nuvole assume una forma di spazio infinito pieno di puntini luminosi di grandezza variabile). aiutati che dio t’aiuta, detto in altro modo.

    abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami o sia pronto ad aiutarci (o dai a questo bisogno il nome che preferisci). Poi però non sappiamo in cosa vogliamo essere aiutati (o quello che vogliamo). E guarda caso per colpa di colui che ci dovrebbe amare o aiutare, destino maledetto.

    Ben venga muovere mobili, o caratteri html5, o quello che sia. Ma cominciamo a rimuovere anche gli idoli e le immagini dalla nostra adorazione. Non avrai altro dio all’infuori di me, è la tua coscienza che ti parla. Ed è lei che ti può aiutare a sapere quello che vuoi. Ti aiuterà a scoprirlo, perchè ne va della sua sopravvivenza.

    • Spunto interessante, non è facile dire qualcosa/spiegare perché/cosa significa la frase in questo momento. Ma grazie, rifletteremo. Comunque la grafica l’ho cambiata lunedì, rivendico il mio “ho anticipato la BVG” 😀 (sul sito nuovo della BVG, tra parentesi, io mi perdo. Hilfe!!!)

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