And although my eyes were open, they might just as well been closed

Questa mattina mi sono svegliata abbastanza presto, non c’era traffico, la metro era deserta. Sono andata fino a Ottaviano, ho girato per negozi, ho comprato del caffè profumatissimo. Ho camminato, a lungo, mi sono fermata a scattare delle foto a Piazza del Popolo. Avrei voluto catturare alcune immagini, ma erano tanto belle che non me la sono sentita; non riuscivo a cristallizzare, in un momento, i due ragazzi seduti per terra che disegnavano – alla perfezione – l’obelisco. Non riuscivo a fermare, in uno scatto, il venditore di rose chino alla fontana, che bagnava ogni fiore, uno a uno, come stesse facendo il bagnetto a un bambino. Una coppietta di ultrasettantenni leggeva il giornale su una panchina, in mezzo al nulla (la Repubblica lei, il Corriere dello Sport lui). Due fratellini, di cinque/sei anni, correvano tra i turisti, sulle terrazze del Pincio; ho passeggiato – fermandomi spesso – per Villa Borghese. Sono andata a visitare la galleria di Arte Moderna e Contemporanea. C’erano un sacco di vecchietti che si fermavano davanti ai quadri un po’ perplessi, tra un “cosa vuol dire?” e un “almeno questo si è impegnato”.

“Mi scusi, le ho rovinato la fotografia”. Una bimbetta gattonava affascinata tra statuette di cani in metallo.

Continua a leggere