Quella del 2018 è stata un’estate memorabile. Ho visto posti nuovi, passato giornate incredibili, fatto attività semplici e quotidiane, ma in modo del tutto diverso; mi sono rilassata, ho detestato Roma e il caldo di Roma, ma sono riuscita a esserne vittima per un tempo limitato. Per il mio compleanno sono stata a Siviglia; la settimana di Ferragosto siamo andati al Sud.
Avevamo studiato un piano in cui tutto sarebbe potuto andare storto (tre città, cinque giorni, due treni, troppi autobus, la Salerno – Reggio Calabria): e invece, come per magia, filava tutto liscio. Il punto di massimo disagio è stato trascinare le valigie sui gradoni dei Sassi di Matera, ma in fondo è giusto così, mica ho cercato di farmi venire una parvenza di bicipiti andando in palestra tutto l’anno per nulla.
Mi sono convinta, a un certo punto, che il Meridione sia il posto perfetto per caricare le pile scariche. Ci sono problemi, e io non voglio non vederli. Ma ho sempre l’impressione che stia cambiando qualcosa; che è come se ci fosse un rinascimento (che alla mia città manca). Che è come se pian piano si stia recuperando una visione: spero non sia dovuto all’attesa del reddito di cittadinanza.